CSR 2023-2027 – Aree agricole e forestali ad alto valore naturale (HNV)
Le aree sono state individuate da IPLA secondo tre criteri di individuazione delle HNV definiti a livello europeo:
1. uso del suolo (land cover) agricolo (superficie agricola utilizzata, SAU) e altre coperture del territorio (forestali, aree seminaturali, aree occupate da infrastrutture);
2. presenza di elementi seminaturali dell’agroecosistema, quali formazioni lineari arboreo-arbustive, fasce fluviali e di mosaici colturali complessi tra diverse colture e boschi, costituenti habitat e connessioni ecologiche funzionali;
3. presenza di specie di flora e fauna di interesse per la conservazione della biodiversità.
Per i primi due criteri si è deciso di utilizzare le diverse fonti di informazione sulle coperture del suolo disponibili e soggette ad aggiornamenti periodici quali, in ordine gerarchico di priorità:
• colture (SAU e superfici forestali), sulla base delle dichiarazioni rese nei fascicoli aziendali dell’anagrafe agricola unica del Piemonte, con una o più classi colturali riferite alla base catastale
• boschi, altre superfici forestali (arboricoltura da legno) e formazioni lineari non costituenti bosco (siepi campestri, filari ecc. utili per definire la connettività ecologica) desunti dalla Carta forestale regionale, aggiornata al 2016 a cura dell’IPLA per il Settore Foreste della Regione Piemonte in formato GIS;
• altre superfici agricole e usi del suolo desunti dalla fotointerpretazione generale del territorio, periodicamente aggiornata a cura di AGEA (“ortofoto AGEA”).
Le aree agricole e forestali ad alto valore naturale (HNV) sono classificate in 4 o 10 classi per riflettere i diversi livelli di valore naturale e di biodiversità presenti in queste zone. Questa classificazione permette di identificare e mappare le aree con alta biodiversità e di adottare misure di conservazione e gestione mirate per proteggerle.
4 classi: Questa classificazione fornisce un livello di dettaglio più generale, utile per una valutazione rapida del valore naturale delle aree. Classi 3 e 4 si considerano aree ad alto valore naturale, da 0 a 2 no.
10 classi: Questa classificazione offre un livello di dettaglio maggiore, permettendo di distinguere con più precisione tra i vari gradi di valore naturale. Questo approccio più dettagliato è utile per pianificare interventi di conservazione più specifici e mirati. Classi da 6 a 10 si considerano aree ad alto valore naturale, da 0 a 5 no.
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Aree agricole e forestali ad alto valore naturale
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Elaborazione effettuata da da IPLA secondo un approccio basato su tre criteri di individuazione delle HNV definiti a livello europeo:
1. uso del suolo (land cover) agricolo (superficie agricola utilizzata, SAU) e altre coperture del territorio (forestali, aree seminaturali, aree occupate da infrastrutture);
2. presenza di elementi seminaturali dell’agroecosistema, quali formazioni lineari arboreo-arbustive, fasce fluviali e di mosaici colturali complessi tra diverse colture e boschi, costituenti habitat e connessioni ecologiche funzionali;
3. presenza di specie di flora e fauna di interesse per la conservazione della biodiversità.
Per i primi due criteri si è deciso di utilizzare le diverse fonti di informazione sulle coperture del suolo disponibili e soggette ad aggiornamenti periodici quali, in ordine gerarchico di priorità:
• colture (SAU e superfici forestali), sulla base delle dichiarazioni rese nei fascicoli aziendali dell’anagrafe agricola unica del Piemonte, con una o più classi colturali riferite alla base catastale, in formato numerico GIS (Geographic information system) elaborato dal CSI Piemonte, con una o più classi colturali per singola particella;
• boschi, altre superfici forestali (arboricoltura da legno) e formazioni lineari non costituenti bosco (siepi campestri, filari ecc. utili per definire la connettività ecologica) desunti dalla Carta forestale regionale, aggiornata al 2016 a cura dell’IPLA per il Settore Foreste della Regione Piemonte in formato GIS;
• altre superfici agricole e usi del suolo desunti dalla fotointerpretazione generale del territorio, periodicamente aggiornata a cura di AGEA (“ortofoto AGEA”).
Per poter attribuire in modo corretto e appropriato le varie caratteristiche sopra elencate, slegandosi alle dimensioni assai variabili dei mappali catastali, il territorio regionale è stato quindi suddiviso in celle su una maglia di 100 m di lato (quadrati di superficie di 1 ha, pari a circa 2,5 milioni di celle per l’intero territorio).
Il grado di naturalità di ciascuna categoria (di SAU e di bosco) è stato quindi definito sulla base di valutazioni esperte da parte di un gruppo di naturalisti, biologi, agronomi e forestali, mediante una matrice di confronto a coppie.
I valori di naturalità così ottenuti sono stati poi adeguati considerando gli impatti delle pratiche agricole ordinarie, sulla base dei dati acquisiti presso le aziende agricole dalla rete di informazione contabile agricola (RICA), assegnando per ciascuna operazione di lavorazione del suolo, fertilizzazione, impiego di fitofarmaci e irrigazione, i valori di impatto da 1 (impatto basso) a 5 (impatto elevato). La presenza di formazioni lineari con sviluppo di almeno 25 m ad ettaro, definita come soglia di funzionalità ecologica (la media regionale è di circa 7 m/ha) e le fasce riparie dei principali corsi d’acqua con vegetazione seminaturale interposta tra colture e corpo idrico, determinano l’attribuzione del valore minimo di naturalità HNV (50) per le celle che sono al di sotto di tale valore. Per passare a valutare l’effetto dell’eterogeneità colturale sul valore di naturalità le 68 categorie di colture sono state raggruppate in 8 macroclassi, di cui una relativa ai boschi ed una alle aree urbanizzate o infrastrutturate; confrontando ciascuna cella con le 8 confinanti si è definito il livello di eterogeneità e corrispondente ecomosaico, da monocolturale (tutte le celle uguali) a eterogeneo (celle appartenenti a 3 o più classi colturali differenti).
Le segnalazioni di presenze di specie d’interesse conservazionistico sono state tratte dalle Banche dati naturalistiche regionali – BDNR, ricche di centinaia di migliaia di segnalazioni e integrate ogni anno dai monitoraggi faunistici effettuati per lo sviluppo rurale (avifauna, lepidotteri) e per i siti della Rete Natura 2000; la presenza di segnalazioni di almeno 2 specie determina il passaggio ad area HNV della cella interessata.
Il valore HNV è stato poi assegnato a ciascun foglio di mappa adottando il valore più rappresentato nelle celle al suo interno.
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